Furto di olive aggravato dalla violenza su cose ed esposizione alla pubblica fede
La sentenza della Cassazione penale., sez. V, ud. 14 luglio 2022 (dep. 23 settembre 2022), n. 36022, affronta un tema molto attuale nelle nostre campagne e che affligge i nostri agricoltori, ossia il furto di prodotti della terra non naturalmente staccatisi dalla pianta o dall’albero.
Sono state riconosciute ben due aggravanti, ossia la violenza su cose e l’esposizione alla pubblica fede. In primis, «l’abbattimento o la recisione di rami di un albero piantato al suolo (o anche la semplice potatura) in quanto rottura o danneggiamento dell’albero (nella sua parte legnosa), integra l’aggravante della violenza sulle cose», chiariscono i Giudici.
Inoltre, è stato chiarito che «la circostanza aggravante dell’esposizione alla pubblica fede è configurabile anche quando tale esposizione derivi non da un’opera dell’uomo, ma da una condizione originaria della cosa». Ragionando in questa ottica, il fatto che «gli alberi e i relativi frutti siano esposti alla pubblica fede per fatto (attivo od omissivo) dell’uomo o per loro condizione originaria» è circostanza irrilevante ai fini della configurabilità dell’aggravante prevista per l’esposizione alla pubblica fede stessa, ossia il comune senso di responsabilità verso la proprietà altrui, dei prodotti sottratti. Respinta, quindi, l’obiezione difensiva secondo la quale tale aggravante va esclusa solo perché «per le olive la circostanza dell’esposizione alla pubblica fede è riconducibile non ad una scelta dell’uomo, bensì ad una condizione naturale, sottratta alla volizione del proprietario».